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Una finestra sul carcere, “Non c’è santo senza passato, non c’è peccatore senza futuro” Papa Francesco.

Una finestra sul carcere, “Non c’è santo senza passato, non c’è peccatore senza futuro” Papa Francesco.

Rotary club Pallanza Stresa ha avuto il piacere di ospitare la direttrice della Casa Circondariale di Verbania, dottoressa Stefania Mussio.

Il Presidente del club, Maurizio Bianchi, aveva precedentemente avuto il privilegio di incontrarla durante l’inaugurazione dei nuovi spazi che hanno visto la trasformazione del cortile della Casa Circondariale di Verbania in area sportiva e la realizzazione di due nuove palestre: un importante progetto per il quale il Club Pallanza-Stresa ha contribuito economicamente insieme alla Fondazione Comunitaria del VCO ed all’Ordine degli Avvocati. Occasione in cui Bianchi ha compreso quanto potesse essere importante far ascoltare la visione della direttrice ai soci del Club Rotary.

La dottoressa Mussio ha offerto ai presenti una finestra sulla vita del carcere, regalando un nuovo sguardo su un luogo poco conosciuto al di fuori delle sue mura, probabilmente sottovalutato nelle sue possibilità e che invece fa parte dei servizi alla società proprio come gli ospedali e le scuole. Per questo «è importante l’appoggio esterno, delle istituzioni ma anche degli interventi privati a qualsiasi livello» ha sottolineato la dottoressa.

Sulla serata Paolo Lerede, avvocato e membro del club Rotary Pallanza-Stresa, ha detto: «La dottoressa Mussio ha trattato temi che solitamente non sono gestiti da noi legali. Situazioni normate dall’ordinamento penitenziario che rimangono però, purtroppo, prettamente legate ai soggetti che operano all’interno. Il taglio della serata ci ha dato un punto di vista privilegiato. E’ stata una serata molto educativa. Andare a rivedere gli articoli dell’ordinamento penitenziario, che di solito come avvocati trattiamo solo nella sua ultima parte riguardante le misure alternative al carcere, è stato illuminante. L’immaginario di noi presenti sulla vita carceraria è stato completamente ribaltato semplicemente seguendo ciò che la legge già prevede».

La direttrice della casa circondariale di Verbania che sembra, come lei stessa si definisce, una persona “controcorrente” sta in realtà applicando alla lettera, ma non senza fatica, ciò che la legge già prevede. Forse avendo il privilegio di leggere gli articoli attraverso una sensibilità tutta femminile ed un’empatia concessa a pochi. Sicuramente attraverso la sua grande professionalità e la salda convinzione che il carcere possa essere davvero un luogo dove offrire, a persone che probabilmente non l’hanno avuta prima, la possibilità di una crescita personale e professionale che porti ad uscire, dopo aver scontato la propria pena, reinserendosi nella società come persone rinnovate ed arricchite nello spirito.

Per chi avesse il piacere di approfondire si parla della legge del 26 luglio 1975 n.354, gli articoli che più colpiscono nella loro semplicità sono l’1, “trattamento e rieducazione, il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona”; il 13, “individuazione del trattamento, il trattamento penitenziario deve rispondere ai particolari bisogni della personalità di ciascun soggetto”; art.17 “partecipazione dei privati e degli enti di volontariato esterni, partecipazione della comunità esterna all’azione rieducativa. La finalità del reinserimento sociale dei condannati e degli internati deve essere perseguita anche sollecitando ed organizzando la partecipazione di privati e di istituzioni o associazioni pubbliche o private all’azione rieducativa”.