Il Rotary Club Pallanza Stresa ha avuto l’onore di ospitare il presidente del Museo del Paesaggio di Verbania, l’architetto Carlo Ghisolfi, in un incontro che ha svelato le straordinarie iniziative che stanno proiettando questa preziosa istituzione culturale sulla scena internazionale. L’occasione è stata un momento di profonda riflessione sulla storia, il valore e le ambiziose prospettive future del museo, che si conferma un pilastro per la valorizzazione del nostro territorio.
Il presidente ha ripercorso le tappe fondamentali del Museo del Paesaggio, sottolineando la sua evoluzione da custode di un patrimonio inestimabile a centro propulsore di cultura. Nel 1939, un anno cruciale, il lascito delle opere di Paolo Troubetzkoy ha costituito il nucleo fondante di una delle più importanti collezioni dedicate allo scultore. Troubetzkoy, definito “scultore della società” e “impressionista”, ha saputo cogliere l’essenza dei suoi soggetti, dai ritratti alle rappresentazioni di paesaggi delle valli del Lago Maggiore, in opere di piccolo e medio formato. Nel 2016, il museo, che in passato aveva attraversato momenti di difficoltà e rischiava la decadenza, ha vissuto un’importante rinascita. L’arrivo dell’attuale direttrice, la dottoressa Federica Rabai, ha segnato l’inizio di un lavoro eccezionale che ha gettato le basi per la sua trasformazione in un punto di riferimento per gli studi d’arte, grazie a un’acquisizione di grande rilevanza che ha arricchito ulteriormente le sue collezioni. E solo due anni fa, un evento di grande prestigio ha visto il ritorno al museo di alcune tele di Paolo Veronese, testimonianza della sua capacità di attrarre e valorizzare opere di altissimo livello.
Il culmine di questo percorso è l’imminente mostra monografica “Paul Troubetzkoy. Le prince sculpteur” al Museo d’Orsay di Parigi, in programma dal 30 settembre 2025 all’11 gennaio 2026. Si tratta della prima volta che un’esposizione così specifica dedicata a Troubetzkoy viene allestita all’estero, un evento di portata storica per il Museo del Paesaggio e per l’artista. Il Museo del Paesaggio presterà ben 44 sculture della gipsoteca di Troubetzkoy, opere che stanno subendo un meticoloso restauro finanziato dallo stesso Museo d’Orsay. Questo progetto nasce da un’idea per una mostra al Grand Palais nel 2018, arenatasi a causa del COVID ma ripresa con vigore quando il direttore del Grand Palais è diventato direttore d’Orsay. La mostra, curata congiuntamente da GAM di Milano, Museo d’Orsay e Getty Museum di Los Angeles, racconterà lo straordinario percorso di Troubetzkoy, la cui figura “molto Pop” e moderna saprà conquistare il pubblico internazionale. Ma non è tutto: il progetto prevede anche il prestito di due opere di Renoir, un’iniziativa ambiziosa che, pur affrontando alcune difficoltà economiche, mira a promuovere uno scambio culturale e un dialogo tra artisti di epoche e contesti differenti, ma con profonde affinità. Dopo Parigi, le sculture di Troubetzkoy saranno trasferite a Milano, dove la stessa mostra, in una versione più compatta, sarà riallestita dal 27 febbraio al 28 giugno 2026 presso la Galleria d’Arte Moderna (GAM).
La presidente ha sottolineato l’importanza del comitato scientifico del museo, di rilevanza internazionale, che vanta nomi di spicco come Elena Contuggia, Aurora Scotti (docente di storia dell’arte), l’ex direttore della Reggia di Venaria, dottor Curto, e l’apertura del professor Caroli ad entrare nel comitato. Questi esperti, a contatto con realtà nazionali e internazionali, portano il nome del Museo del Paesaggio, di Verbania e del Cusio Ossola ben oltre i confini locali. Un esempio concreto di connessione con il territorio è il progetto con Ipercoop per georeferenziare le opere, divulgando un messaggio di bellezza attraverso il punto di vista dell’artista sugli angoli del nostro paesaggio, visti con i suoi occhi nell’Ottocento. Il Museo del Paesaggio è un esempio virtuoso di gestione, con un piccolo ma efficiente team composto dallo storico dell’arte Stefano Martinella, la segretaria, la direttrice e la referente economica (la Dottoressa Costi). Ma il suo vero cuore pulsante sono i quasi sessanta volontari che, con la loro dedizione, permettono al museo di rimanere aperto e accessibile. La loro presenza è cruciale, poiché sostenere una struttura così bella e delicata con soli dipendenti avrebbe costi proibitivi. Oltre alla sede principale, il museo gestisce anche Casa Ceretti a Intra, un lascito destinato all’arte e che, grazie al bar al suo interno, è diventato un punto di unione all’interno del quartiere e della città di Verbania. A breve, inoltre, un punto archeologico ad Ornavasso, dopo la ristrutturazione da parte del comune, sarà aperto alle visite, ampliando ulteriormente l’offerta culturale del museo sul territorio.
Il Museo del Paesaggio, si regge su un mix di entrate, progettazioni e contributi di fondazioni come Fondazione Comunitaria, San Paolo e Cariplo, da sempre attente alla cultura del territorio. La bigliettazione è un dato che si punta a incrementare. Il presidente ha evidenziato le difficoltà nel programmare con i contributi di Regione e Stato, che spesso arrivano con tempistiche incerte. Anche mostre di rilievo come quella di Renoir comportano costi elevati che il museo non può sostenere interamente da solo. Il messaggio finale del nostro presidente Mariateresa Moro è chiaro e risuona con forza al termine della serata: “Sostenere il museo è sostenere la nostra cultura. È una risorsa preziosa e la coesione di tutto il territorio è un’aspirazione che dobbiamo avere.”




